Libridinosa

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  • Il padrino

    A Don Vito Corleone tutti si rivolgevano per aiuto senza mai venire delusi. Non faceva vane promesse e neppure avanzava scuse vili di avere le mani legate da forze più potenti. Non era necessario che fosse amico, e neppure avere i mezzi con cui ripagarlo. Una sola cosa era fondamentale. Che il supplicante, lui, lui stesso, proclamasse la sua amicizia. E allora, non aveva importanza quanto povero o quanto debole fosse, Don Corleone avrebbe preso a cuore i guai di quell'uomo. Nulla avrebbe lasciato di intentato per risolverne il caso. La sua ricompensa? Amicizia, il rispettoso titolo di "Don", e qualche volta il più affettuoso omaggio di "Padrino". [] Era sottinteso, era una mera questione di buone maniere, che ci si doveva proclamare suoi debitori e che egli aveva il diritto in qualsiasi
  • I maestri invisibili

    All'inizio, narra dunque il libro della Genesi, l'adam vive tranquillo nel giardino dell'Eden. E l'adam è l'umanità. Non è un uomo che per un qualche motivo si chiamasse Adamo: adam in ebraico vuol dire "l'essere umano", "l'umanità" in generale. Perciò nel capitolo I della Genesi si dice che dopo aver creato l'universo e gli animali e una quantità di altre cose e di altri esseri Dio creò l'adam a sua immagine, a immagine di Dio lo creò: e maschio e femmina lo creò. L'adam, l'essere umano, l'insieme di tutti gli uomini e di tutte le donne viveva dunque in quel giardino, all'inizio, insieme a Dio, in un modo chiuso e comodo come il grembo in cui vive il feto.
  • Una vita da libidine

    «E che farete?» «Semplice: molliamo tutto e scappiamo di casa.» «Ma quanti siete, ancora ventiquattro?» «Ma va’! Uno è partito per il militare, un’altra sta per sposarsi con uno ricco di Borgo Trento e tutti gli altri sono diventati universitari a tempo pieno. Siamo rimasti in cinque: io, Nini, Franco, Gianandrea e la Spray.» «No, non siete in cinque. Siamo in sei. Perché io vengo con voi.» Quando sono successe queste cose ero a casa per le vacanze di Natale del 1970. Pochi giorni dopo, ai primi di gennaio, eccoci tutti e sei in partenza verso la più grande delle avventure: conquistare Roma con le nostre canzoni, le nostre battute e la nostra incoscienza.
  • La carezza della memoria

    Si spengono le luci e un riflettore a occhio di bue accompagna l' ingresso di Liana Orfei, che avvolta in un sontuoso vestito luccicante saluta cordialmente il pubblico. Prima di annunciare il primo numero di varietà si rivolge a noi "Un saluto e un ringraziamento speciale va a un grande studioso e sostenitore storico del mondo del circo: Mario Verdone!" Il pubblico applaude con rispetto. Liana Orfei prosegue "Ed è per noi un grande onore avere qui oggi pomeriggio anche il figlio del professor Verdone con i suoi due bambini; il grande Carlo Verdone! un bell' applauso!" Scatta un' ovazione. Io mi alzo per ringraziare il pubblico mandando baci a destra e sinistra. Giulia e Paolo mi fissano stupefatti. Giulia mi fa "Ma come fanno a conoscerti tutti?" "Giulia è perchè faccio l' attore!"
  • Resuscitare. L'arte di riportare in vita ciò che credevamo perduto

    Tutto ciò ha che fare, naturalmente, con il principio che Gesù aveva intuito al suo primo incontro con la Maddalena: se uno ha poche hamartiai da cui liberarsi, è perché ama poco. Ovvero: quanto più intensi i tuoi sentimenti, tanto più trovi nel tuo passato hamartiai che stanno paralizzando la tua vita - e tanto più sarai disposto ad avventurarti nel sempre, perché quelle paralisi ti si allontanino. Ma oltre un certo limite questo sovrappiù di amore entra in conflitto non soltanto con la normalità borghese, ma con il senso stesso della realtà, di cui la nostra civiltà si serve per decidere che cosa esista nel mondo.

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